la torta in cieloGianni Rodari Ed Einaudi Ragazzi
Da un esperimento mal riuscito, anziché un fungo atomico si forma una torta gigantesca che, simile ad un'astronave aliena, plana su una borgata di Roma, posandosi sul monte Trullo. Un giorno o l'altro, quando si faranno le torte al posto delle bombe, ce ne sarà un pezzetto per tutti. |
la gnosi delle fanfoleFosco Maraini Baldini Castoldi Dallai Editore
E GNACCHE ALLA FORMICA Io t’amo o pia cicala e un trillargento ci spàffera nel cuor la tua canzona. Canta cicala frìnfera nel vento: E gnacche alla formica ammucchiarona! Che vuole la formica con quell’umbe da mòghera burbiosa? È vero, arzìa per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe col capo chino in mogna micrargìa. Verrà l’inverno, sì, verrà il mordese verranno tante gosce aggramerine, ma intanto il sole schicchera giglese e sgnèllida tra cròndale velvine. Canta cicala, càntera in manfrore, il mezzogiorno zàmpiga e leona. Canta cicala in zìlleri d’amore: E gnacche alla formica ammucchiarona. |
Lo straliscoRoberto Piumini Ed. Einaudi
– Sì, è simile al grano, ma sono spighe di stralisco. – Stralisco? E’ una pianta che non conosco, – disse Sakumat, avvicinando con curiosità la faccia a una delle spighe dipinte, per studiarla meglio. – Nessuno lo conosce, – disse Madurer, – è una specie di pianta luminosa. – Luminosa? – Sì, splende nelle notti serene. E’ una specie di pianta-lucciola, capisci? Noi adesso non la vediamo spledere, perché è giorno. Ma di notte lo stralisco illumina il prato.” |
Mattia e il nonnoRoberto Piumini Ed. Einaudi
C'era un nonno sdraiato sul letto: era molto pallido e magro e leggero. Intorno a lui c'erano una mamma, un papà, due zii, sei nipoti e qualche amico di famiglia. Tutti piangevano o stavano per piangere, o avevano appena pianto, tranne il piccolo più piccolo, che aveva sette anni e si chiamava Mattia. |
MomoMichael Ende varie edizioni
Ma c'era una cosa che Momo sapeva fare come nessun altro: ascoltare. Non è niente di eccezionale dirà più di un lettore, di ascoltare sono tutti capaci. È un errore. Di ascoltare veramente solo pochi sono capaci. E come sapeva farlo Momo, poi, era una cosa del tutto eccezionale. |
Rime di rabbiaBruno Tognolini Ed. Salani
Se la gioia, l'amore, la tristezza hanno le loro poesie, perché la rabbia non dovrebbe averle? E la rabbia dei bambini cos'ha di diverso da quella dei grandi? È sempre sbagliata? Bisogna sempre solo reprimerla? Siamo sicuri? Cinquanta invettive per le grandi rabbie dei piccoli, e forse non solo dei piccoli, furiose, amare, spassose, dolenti e terribili. Poesie che offrono ai bambini infuriati, parole per dirlo. ULTIMA RIMA. PER I GRANDI. SCONGIURO CONTRO IL NAZISMO FUTURO Gli abbiamo detto che la rabbia non è bene Bisogna vincerla, bisogna fare pace Ma che essere cattivi poi conviene Più si grida, più si offende e più si piace Gli abbiamo detto che bisogna andare a scuola E che la scuola com'è non serve a niente Gli abbiamo detto che la legge è una sola Ma che le scappatoie sono tante Gli abbiamo detto che tutto è intorno a loro La vita è adesso, basta allungar la mano Gli abbiamo detto che non c'è più lavoro E quella mano la allungheranno invano Gli abbiamo detto che se hai un capo griffato Puoi baciare maschi e femmine a piacere Gli abbiamo detto che se non sei sposato Ci son diritti di cui non puoi godere Gli abbiamo detto che l'aria è avvelenata Perché tutti vanno in macchina al lavoro Ma che la società sarà salvata Se compreranno macchine anche loro Gli abbiamo detto tutto, hanno capito tutto Che il nostro mondo è splendido Che il loro mondo è brutto Bene: non c’è bisogno di indovini Per sapere che arriverà il futuro Speriamo che la rabbia dei bambini Non ci presenti un conto troppo duro |
La battaglia d'invernoJean-Claude Mourlevat Ed. Fabbri
L'anelito di libertà di quattro ragazzi rinchiusi in un collegio incontra il desiderio di rivolta di un popolo da troppo tempo oppresso. Un romanzo intenso e poetico in cui crudeltà e onore, amicizia e sofferenza emergono fortemente, cantati dalla voce superba di un autore che ama i suoi lettori, li rispetta e li onora. |
TerrestreJean-Claude Mourlevat Ed. Rizzoli
La gente qui non respira. Non uso questa parola in senso figurato, il che lascerebbe intendere che corrono senza tregua e dappertutto senza prendersi il tempo di fermarsi a riposare. No, voglio dire che non fanno entrare ossigeno nella bocca né nelle narici come noi esseri umani, e come tutti i vertebrati. È la cosa più importante da sapere. |